Questo vino, citato nel 1685 da Francesco Redi nel suo libro Bacco in Toscana, nel quale ne esalta le qualità, è stato da noi riproposto per rivalutare un’antica tradizione enologica del Valdarno che, come dimostrano le note dell’epoca, considerava il bianco come una delle produzioni più prestigiose.
La limitata zona di produzione, le ridotte quantità e le difficoltà di vinificazione di questo vitigno contribuiscono a considerarlo un vino antico e raro.
La vinificazione è particolare e rispecchia totalmente la tradizione di un tempo; il mosto fiore (per la fermentazione in bianco) non si estrae per pressatura ma per sgrondatura naturale delle uve diraspate.
Il mosto così estratto viene fatto fermentare in barriques, fino alla totale trasformazione degli zuccheri. Per queste particolarità, e per la disponibilità limitatissima, la sua commercializzazione avviene solo su prenotazione.
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